“Siamo al corrente degli ultimi sviluppi in Italia” sulle concessioni balneari. “E’ una prerogativa italiana decidere come procedere sulla riforma. Per la Commissione è importante il contenuto non la forma che prenderà questa riforma”. Lo ha detto una portavoce della Commissione europea. E’ comunque “importante – ha aggiunto il portavoce – che le autorità italiane mettano rapidamente in conformità la loro legislazione, e le loro pratiche relative alle attribuzioni delle concessioni balneari, con il diritto europeo e la giurisprudenza della Corte di Giustizia”.
E’ dal 2009 che il sistema delle concessioni balneari italiano è nel mirino di Bruxelles. Nel 2016, al termine di una prima procedura d’infrazione, sul caso si era pronunciata la Corte di Giustizia Ue con una sentenza di condanna nei confronti dell’Italia per il mancato rispetto delle norme europee sul mercato unico e la concorrenza.
Il 3 dicembre 2020, la Commissione europea era tornata alla carica con l’avvio di una nuova procedura d’infrazione – che questa volta potrebbe concludersi con l’imposizione di una sanzione pecuniaria – sottolineando che l’Italia non solo non aveva ancora attuato la sentenza della Corte del 2016, ma che “da allora ha prorogato ulteriormente le autorizzazioni vigenti fino alla fine del 2033 e ha vietato alle autorita’ locali di avviare o proseguire procedimenti pubblici di selezione per l’assegnazione di concessioni, che altrimenti sarebbero scadute”.
Il 16 febbraio scorso sul caso è intervenuto poi anche il commissario Ue per il mercato unico Thierry Breton ricordando “le norme italiane vigenti” sulle concessioni balneari “non solo violano il diritto dell’Ue, ma compromettono anche la certezza del diritto per i servizi turistici balneari. La Commissione, in quanto custode dei trattati, continuera’ ad adottare le misure necessarie per garantire il pieno rispetto del diritto dell’Ue in questo settore” (Ansa).