Il down di Facebook, WhatsApp e Instagram di ieri (Leggi) è stato un fenomeno di una gravità e di un’ampiezza senza precedenti, che ha avuto ripercussioni non solo sociali ma anche economiche e politiche in tutto il mondo. Il valore netto stimato di Mark Zuckerberg, fondatore e Ceo di Facebook, è sceso di circa 6 miliardi di dollari (5,165 miliardi di euro) principalmente a causa del crollo delle azioni del popolare social network, i cui servizi sono ripresi dopo diverse ore. Si parla di circa 160 milioni di dollari bruciati per ogni ora di interruzione.
L’aspetto più comico dell’intera situazione di blocco è stato quello che per alcune ore nemmeno il personale di Facebook è riuscito a entrare nei suoi uffici perché il “buco nero” che ha colpito il gruppo ha fatto svanire anche i meccanismi di sicurezza interna, compresi quelli di riconoscimento dei badge dei dipendenti. A quanto si apprende nessun sabotaggio ma “solo” problemi tecnici e organizzativi che sono stati aggravati anche dallo smart-working: infatti i soli dipendenti di Zuckerberg in grado di risolvere il danno erano in quel momento lontani dal posto di lavoro. Quando è divenuto evidente che, coi sistemi totalmente paralizzati, bisognava intervenire manualmente sui server, ci si è resi conto che chi era in grado di farlo era fisicamente lontano mentre chi era già in azienda non aveva le competenze necessarie. Anche per questo ci sono volute quasi 7 ore prima di poter ricominciare ad attivare, in modo molto graduale, le piattaforme del gruppo.