La Toscana, seconda solo alla locale Napa Valley, “è conosciuta dal 58% dei consumatori Usa, davanti nell’ordine alle ‘regioni enologiche’ dello Champagne (51%), del Bordeaux (50%), della Borgogna (47%) e della Sicilia (41%)”. Queste le anticipazioni del report di Wine Intelligence, in cui la Toscana, e in particolare il Brunello di Montalcino, sembrano occupare un posto di rilievo, con una “notorietà al 7% con un altissimo livello di fidelizzazione sul fronte dei cluster dei consumatori Usa individuati dall’istituto di ricerca legati agli appassionati di vino, millennial urbani dell’upper class (cioè con un reddito oltre i 100mila dollari), dove il grado di conoscenza è praticamente raddoppiato (13%)”.
Un dato che sale notevolmente nella conversione all’acquisto: “gli americani che conoscono il Brunello, nel 30% dei casi lo acquistano, ed è uno dei valori più alti in assoluto, secondo – tra gli italiani – al solo Prosecco (31%)”. E, anche in questo caso, con un ottimo posizionamento, con quote attorno al 20%. In generale, secondo il rapporto, “il vino italiano dopo quello californiano è il più conosciuto a pari merito con quello francese (69%), seguiti a distanza dalla Spagna (58%) e dall’Australia (43%)”. All’acquisto, l’Italia stacca i francesi in virtù di una maggior numerosità nei consumi da parte della Generazione Z (21-24 anni) e dei Millennials (25-39 anni) in particolare di Miami, New York City e San Francisco, che si rivela la fascia di età “più dedita ai consumi di Brunello, con i ‘Generation Treaters’ (millennials urbani benestanti) in fortissima ascesa e con una capacità di spesa che supera i 75 dollari a bottiglia, da consumarsi soprattutto fuori casa o da portare come regalo alle cene da amici”