A Terni vietate minigonne e scollature, sono espressione di un “atteggiamento che mira a offrire prestazioni sessuali a pagamento”. Prostituzione, insomma. Un’ordinanza comunale ha dichiarato “guerra al degrado urbano” e sarà valida dal 1 ottobre al 31 gennaio 2022.
“Stiamo conducendo una battaglia contro la prostituzione”, dichiara il sindaco Leonardo Latini, eletto in quota Lega, che ha stabilito anche l’entità delle multe che saranno comminate alle cittadine che si rifiuteranno di rinnovare il guardaroba: sanzioni da 200 a 500 euro.
Dai banchi delle opposizioni si leva lo sdegno: “Non siamo in Afghanistan, ma in Umbria”, la senatrice umbra 5 Stelle Emma Pavanelli evoca il regime talebano per criticare il provvedimento: “Il sindaco di Terni emana un’ordinanza che impone alle donne il divieto di abbigliamento provocante, pena l’equiparazione a prostitute”. Sulla stessa falsariga il giudice di Cassazione Angelo Socci: “Roba da Medioevo”.