È stato pubblicato sul sito dell’Unesco l’esito della valutazione per l’iscrizione nella lista dei patrimoni dell’umanità della “Cava e cerca del tartufo”, da parte del comitato di esperti mondiali che si è riunito a Parigi. L’organo di esperti Unesco ha espresso parere positivo alla candidatura della “Cava e cerca del tartufo” per entrare nell’elenco dei patrimoni dell’umanità. La notizia pubblicata sul sito dell’organizzazione internazionale che fa capo all’Onu, pubblica anche una serie di fotografie di momenti della ricerca del pregiato tubero.
La decisione finale è attesa dal 13 al 18 dicembre, a conclusione di un iter di candidatura formalmente presentata dall’Italia a marzo 2020. In Italia la ricerca e la raccolta dei tartufi è una pratica complessa, con un’apposita normativa emanata per impedire che la ‘cava’ venga effettuata in modo da arrecare danno alle tartufaie. La legge del 16 dicembre 1985 n. 752, intitolata “Normativa quadro in materia di raccolta, coltivazione e commercio dei tartufi freschi destinati al consumo”, disciplina il settore, varata dopo l’incremento della raccolta del tartufo effettuata con pratiche non ecocompatibili. La normativa ha dato mandato alle Regioni di regolare la raccolta dell’eccellente tubero sul proprio territorio, stabilendo alcune regole comuni.
“La candidatura del tartufo a patrimonio dell’umanità è un passo importante per difendere un sistema segnato da uno speciale rapporto con la natura, in un rito ricco di aspetti antropologici e culturali che sviluppa, nei territori vocati, un business stimato in oltre mezzo miliardo di euro”. Lo ha affermato la Coldiretti commentando il parere positivo del comitato di esperti mondiali Unesco.