A percepire indebitamente il reddito di cittadinanza sono più di 123mila persone (precisamente 123.697 furbetti del reddito). Stando ad un indagine pubblicata dal Corriere della Sera, il 31 agosto scorso, su un totale di 3.027.851 persone che avevano ottenuto il sussidio, 123.697 hanno subito la revoca dell’assegno a causa di false dichiarazioni. Le anomalie più frequenti riguardano la composizione del nucleo familiare, il reddito complessivo e quindi l’Isee. E il fatto che più getta perplessità, è che i soldi che i furbetti hanno percepito e nel frattempo speso, saranno impossibili da riavere indietro. E ora, per il sussidio varato dal primo governo Conte, è necessario rivedere le regole che consentono di percepirlo.
La scala che assegna le risorse, andrebbe riparametrata in funzione del costo della vita dei territori e del numero dei componenti, visto che oggi penalizza esageratamente le famiglie con figli. Poi c’è la questione dell’impiego. La condizione per percepire il reddito è quella di firmare il patto per il lavoro, vuol dire che chi è abile al lavoro si impegna a mettersi a disposizione dei centri per l’impiego. Ma ad oggi i patti sono stati stipulati solo con il 31% degli inviati. In nessuna Regione è mai stata applicata la «condizionalità» scritta nella legge: se rifiuti il lavoro perdi il reddito. Infine, gli incentivi. Le aziende che assumono un percettore di reddito hanno diritto a detrazioni contributive. Ma gli incentivi non hanno funzionato, agevolando le assunzioni solo dello 0,1% dei percettori di reddito abili al lavoro.