Il premio Nobel per l’Economia è stato assegnato per metà al canadese David Card e per l’altra metà allo statunitense Joshua D. Angrist e all’olandese Guido W. Imbens. Card è stato premiato “per i suoi contributi empirici all’economia del lavoro”. Angrist e Imbens “per i loro contributi metodologici all’analisi delle relazioni causali”.
Card, Angrist e Imbens, spiega l’Accademia reale svedese delle Scienze, “hanno fornito nuove intuizioni sul mercato del lavoro e mostrato quali conclusioni su causa ed effetto possono essere tratte dagli esperimenti sul campo. Il loro approccio si è diffuso in altri settori e ha rivoluzionato la ricerca empirica”.
“Attraverso esperimenti sul campo Card ha analizzato gli effetti sul mercato del lavoro di salari minimi, immigrazione e istruzione – si legge – I suoi studi dei primi anni ’90 hanno sfidato la saggezza convenzionale, portando a nuove analisi e ulteriori intuizioni. I risultati hanno mostrato, tra le altre cose, che aumentare il salario minimo non porta necessariamente a meno posti di lavoro. Ora sappiamo che i redditi delle persone che sono nate in un Paese possono beneficiare della nuova immigrazione, mentre le persone che sono immigrate in un periodo precedente rischiano di essere influenzate negativamente. Abbiamo anche capito che le risorse nelle scuole sono molto più importanti per il futuro successo degli studenti sul mercato del lavoro di quanto si pensasse in precedenza”.