Il governo britannico è pronto a lanciare un piano di accoglienza con al centro i cittadini di sua maestà che saranno in grado di aprire le proprie case ai rifugiati in fuga dai combattimenti in Ucraina. L’annuncio è stato fatto dal premier Boris Johnson che ha ribadito la grande generosità del Regno Unito nei confronti dei profughi nonostante le forti polemiche sul numero di persone sino ad ora accolte, circa mille, molto più basso rispetto a quanto fatto dagli altri Paesi in Europa. Già ieri la ministra dell’Interno, Priti Patel, aveva promesso un iter burocratico più rapido per chi tenta di arrivare sull’isola.
La nuova iniziativa fa parte di un programma rivolto ai rifugiati senza legami di parentela nel Regno Unito, come prevede invece il primo piano lanciato dal governo: i nomi dei profughi in questo caso vengono indicati da organizzazioni umanitarie, imprese e comunità. Per questo è previsto la creazione di un numero verde e di un sito per coordinare l’offerta di un alloggio ai rifugiati. I dettagli saranno spiegati lunedì da Michael Gove, ministro per il Levelling Up (il rilancio delle aree più depresse). Intanto la stampa britannica si concentra sulla notizia delle sanzioni comminate da Londra contro Roman Abramovich e altri oligarchi super big. Il Times (e anche altri tabloid) cita nella sua apertura in prima pagina la frase pronunciata (da Washington) dalla ministra degli Esteri, Liz Truss, che lo ha accusato di avere “le mani insanguinate” per la sua “complicità” col presidente russo Valdimir Putin.
E c’è chi parla di “caduta dell’impero di Roman”, per la vastità delle attività economiche di Abramovich nel Regno, comprendenti anche il Chelsea, la cui vendita ha subito un brusco stop.