Non era mai accaduto che l’obiettivo di limitare a 1,5 gradi il surriscaldamento entro metà secolo fosse scritto nero su bianco su un comunicato del G20, ed è per questo che il premier Mario Draghi dichiara: “Il G20 è stato un successo, ma non è stato facile raggiungere questo accordo” nel suo giudizio sul summit appena concluso. “Per la prima volta – continua Draghi – i Paesi del G20 si sono impegnati a mantenere l’obiettivo di contenere il riscaldamento in 1,5 gradi con una serie di azioni. Per la prima volta tutti i Paesi del G20 riconoscono la validità scientifica della necessità di mantenere il riscaldamento in 1,5 gradi e si impegnano con un linguaggio abbastanza significativo a raggiungere o comunque non perdere di vista questo obiettivo”.
L’impegno alla riduzione a 1,5 gradi dell’aumento della temperatura rispetto all’era pre industriale attraverso “azioni e impegni significativi ed efficace da parte di tutti i Paesi, tenendo conto dei diversi approcci” è uno dei punti principali del documento approvato dai leader del G20 a Roma. Nel documento finale, si conferma anche l’impegno a raggiungere la cosiddetta “neutralità carbonica”, “entro la metà del secolo o intorno alla metà del secolo, tenendo conto di diversi approcci, tra cui l’economia circolare del carbonio, gli sviluppi socioeconomici, economici, tecnologici e di mercato e la promozione delle soluzioni più efficienti”.
Per i dietro le quinte di cui pochi conoscono i dettagli, Mario Draghi si dichiara “orgoglioso” e apertamente dà anche una chiave di lettura di un puzzle molto complicato che alla fine si è ricomposto. Come si è arrivati al successo? “Abbiamo cercato di capire le ragioni e le difficoltà dei Paesi emergenti”.