Il provvedimento su infrastrutture e mobilità sostenibile diventa legge: 190 voti favorevoli e 34 contrari, l’Assemblea di Palazzo Madama rinnova la fiducia al Governo con approvazione. Il testo prevede, tra l’altro, la stretta sui monopattini.
È subito polemica sulle affissioni discriminatorie. “Da oggi associazioni pro vita e pro famiglia come la nostra avranno sulla loro testa la scure della censura e del bavaglio sui temi quali il gender, l’ideologia Lgbt e l’identità di genere”. E’ il commento di Antonio Brandi, presidente di Pro Vita & Famiglia, sul voto di fiducia che il governo ha posto, e ottenuto, sul dl Infrastrutture, che vieta “qualsiasi forma di pubblicità il cui contenuto” sia discriminatorio con riferimento anche all’identità di genere.
“La dittatura gender non è entrata con il cavallo di Troia del ddl Zan e ora surrettiziamente il Governo Draghi l’ha inserita ugualmente nel Dl trasporti con un emendamento liberticida, a causa del quale non sarà più possibile fare affissioni o camion vela contro il gender, l’utero in affitto e le adozioni per coppie omosessuali. In più, come se non bastasse – aggiunge Jacopo Coghe, vicepresidente della onlus – è stata legittimata la fluidità di genere, come al solito sotto le mentite spoglie delle discriminazioni”.