Prosegue il calo della natalità: nel 2035 in Italia ci saranno 2,5 milioni di persone in meno rispetto al 2020 (pari a 4,4 milioni di persone in età lavorativa), che dovranno sostenere 3,6 milioni di over-65 in più. Nel 2050 lo scenario peggiore prevede un calo della popolazione di 10,5 milioni nel nostro Paese. Lo sottolinea il rapporto “Welfare, Italia”, promosso da Unipol e Ambrosetti. Nel 2021, per la prima volta, il numero di nati è sceso sotto la soglia dei 400mila (attestandosi a 399mila), contribuendo a un saldo negativo di 214mila persone. Già nel 2020, soprattutto a causa della pandemia da Covid, si era registrato un saldo naturale negativo di 335mila persone, il peggiore dal 1918 (anno dell’epidemia di spagnola).
Il riflesso di questo andamento è il tasso di natalità, che in Italia è pari a 6,8 nati per mille abitanti, il valore più basso nell’intera Unione Europea, con un gap di 2,3 nati dalla media europea (9,1 nati) e di 4,8 dal Paese best performer (l’Irlanda, con 11,6). Di conseguenza, l’Italia registra il tasso di dipendenza degli anziani più alto nell’Ue (40,1 over-65 per 100 persone nella fascia 20-64 anni), dietro solo alla Finlandia (40,3%) e con un valore superiore alla media europea (35,4%) di 4,7 punti percentuali.